Ci fu un tempo, nel cuore vero della Germania, in cui i racconti e le leggende dei viandanti sembravano prender forma malgrado quello che ne pensasse la gente. All’epoca il folclore locale era importante quanto e più del giudizio di un capo villaggio o del parroco, e tanto più solido degli alberi secolari nel profondo della Foresta Nera.
E proprio nel cuore di quella selva, in quel peiodo sorgeva un piccolo villaggio popolato da poche anime, tutte col tormento di un malvagio Krampus che soleva movimentare le fantasie notturne della gente.
Ora, questi Krampus sono una malvagia specie di demoni che trovano giovamento nel tormentare i sogni degli uomini e divorare i corpi dei bambini, che invero giudicano deliziosi e nutrienti. Poiché in quegli anni ancora si sapevano costruir case come si deve, le abitazioni di quel piccolo villaggio, basse e in solida pietra, erano per lo più arredate con magnifici e funzionali camini, così com’era in uso per scaldarsi e cucinare, che necessariamente buttavano all’esterno i fumi mediante spaziosi comignoli.
Quel malaugurato Krampus aveva quindi escogitato il modo migliore per avere libero accesso nella case delle famiglie spaventate passando proprio da questi, e per quanto i padri solessero sorvegliare il camino per un’intera notte, accadeva sempre che qualcuno s’addormentasse lasciando via libera al demone affamato.
Una sorveglianza costante si rivelò presto inefficace, così come il chiudere i camini impensabile per via dell’intenso freddo. Pareva che nulla potesse arrestare il Krampus, nemmeno gli interventi del prete del luogo che, per quanto ce la mettesse tutta, non sembrava esser poi così convinto delle proprie capacità clericali. Solo la scomparsa prematura e totale di tutti i pargoli del villaggio avrebbe posto un freno a quella terribile pestilenza, costringendo forse il demone a lasciare la zona per raggiungere un luogo più popoloso. Ma come c’è da aspettarsi, le madri e i padri di quel paesello non erano per nulla rassegnati a una tale eventualità.